Orti e giardini urbani: coltivare insieme rende più “green” anche le metropoli

21/10/2018

Quello degli orti e dei giardini condivisi è il nuovo fenomeno eco-urbano che sta conquistando le città. Partito da alcune metropoli europee, sta crescendo in molti comuni italiani, grandi e piccoli, incontrando sempre più consensi. Secondo noi di evologica è un modo super-sostenibile di raggiungere nello stesso tempo due obiettivi importanti: combattere il degrado urbano, soprattutto nelle periferie e nello stesso tempo avvicinare le persone, migliorando la loro qualità di vita.

La storia dei giardini e degli orti condivisi inizia a Parigi nel 2000 quando alcuni cittadini, riuniti in associazioni, chiesero all’ amministrazione comunale di poter coltivare temporaneamente alcuni terreni di proprietà della città. Il permesso fu accordato e questa iniziativa ebbe un successo tale che attualmente nella capitale francese sono presenti circa 100 giardini o orti condivisi la cui estensione varia dai 50 ai 2000 mq. Da allora il fenomeno si è diffuso in tutta Europa ed anche in Italia, incontrando sempre maggiori consensi.

Per la creazione di un orto condiviso, il punto di partenza è di solito un accordo tra amministrazione locale e associazioni di cittadini. La prima concede ai richiedenti degli spazi verdi in comodato d’uso, tramite bando di assegnazione. Il verde così assegnato viene coltivato direttamente da agricoltori non professionisti, a volte in collaborazione con esperti. I prodotti che derivano dalla coltivazione degli orti urbani non possono essere commercializzati, ma consumati direttamente dalle famiglie dei coltivatori. E’ inoltre importante sottolineare che molto spesso gli accordi tra amministrazione comunale e cittadini in tema di orti urbani prevedono l’impegno da parte di questi ultimi a coltivare i terreni utilizzando tecniche agricole biologiche e il divieto di ricorrere a pratiche ogm.

I vantaggi di questa pratica super-green sono moltissimi. Innanzitutto gli orti o giardini condivisi rappresentano un nuovo concetto di agricoltura che permette di vivere in modo sano e di stare a contatto con la natura, poi contribuiscono alla salvaguardia di terreni o zone che probabilmente sarebbero stati condannati a finire nel degrado o nell’abbandono. Non dimentichiamo infine che coltivare insieme permette lo sviluppo di relazioni sociali, il reinserimento di persone in difficoltà e il coinvolgimento dei più anziani, spesso lasciati soli ai margini della società.

In Italia secondo dati  della Coldiretti gli orti urbani si stanno sviluppando  soprattutto al Nord con 704.000 metri quadrati coltivati in Emilia Romagna e oltre 193mila  metri quadrati in Lombardia, dove si registra una crescita straordinaria pari al 37,7% in cinque anni. In particolare a Milano, nel 2014 è nata una delle più significative esperienze di questo tipo, conosciuta come “Gli orti di Via Padova”. Il terreno, assegnato ai volontari di Legambiente e Reteambiente ospita anche iniziative e incontri di divulgazione sul tema, oltre che un apiario per la produzione di miele. A Parma invece è attivo “Fruttorti”, un comitato di cittadini nato nel 2012 con l’obiettivo di condividere spazi verdi per la coltivazioni di alberi da frutto. Chiunque può contribuire attivamente alle iniziative del progetto, aderendo alla campagna "Adotta un pezzetto di fruttorto", per rendersi disponibili all'irrigazione e alla cura delle piante.
Anche a Roma fra giardini e orti condivisi sono oltre 150 gli spazi verdi comuni cresciuti grazie all’opera di cittadini e associazioni che ne curano la realizzazione e la gestione. Recentemente gli orti urbani della Capitale sono stati premiati dall’Unione Europea con un finanziamento di 80mila euro.

Decoro urbano, sostenibilità, coesione sociale e cultura della sana alimentazione: sono tutti i vantaggi che lo sviluppo di un progetto ad elevato tasso di ecologia, come quello degli orti urbani, può portare alla società. Pensare e agire “green” fa sicuramente bene! 

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